TURCHIA ED UNGHERIA SERPI IN SENO ALLA NATO

TURCHIA ED UNGHERIA SERPI IN SENO ALLA NATO

A cura di Luigi Olita 

Le trattative per l'entrata di Svezia e Finlandia all'interno dell'Alleanza Atlantica vanno per le lunghe a causa del veto di Ankara e dell'Ungheria di Viktor Orban, già spina nel fianco dell'UE, e con la guerra in Ucraina ciò sta causando non pochi problemi alla NATO. Ungheria e Turchia stanno dimostrando di essere allo stesso tempo di lotta e di alleanza, quindi smentendo in parte la narrazione di una NATO più unita che mai dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Ovviamente a queste due nazioni compensano la Svezia e la Finlandia, con il loro desiderio di entrare nella NATO, ma bloccato da Erdogan. Quest'ultimo, negli ultimi giorni, ad una convention del suo partito Diritto e giustizia, ha tirato un gancio secco a tutto il mondo occidentale, affermando che "il sistema creato dall'occidente sta crollando". Parole molto forti che hanno suscitato scalpore soprattutto per quanto riguarda il ruolo di polizia mondiale ricoperto dagli USA e dall'espansione della loro cultura nel globo. Ciò si ricollega ad un recente discorso di Vladimir Putin, il quale ha affermato che non ci saranno poliziotti mondiali dopo il conflitto in Ucraina e nel mondo che si appresta ad essere ridisegnato.

Come abbiamo già trattato ultimamente nei precedenti articoli, Erdogan sta dando numerosi assist a Mosca e soprattutto indebolendo in parte l'avanzata della NATO con i suoi veti e la sua politica estera fin troppo indipendente in Siria contro i Curdi. Ovviamente gli USA e la Gran Bretagna, in prima linea a sostegno dell'Ucraina, hanno le mani legate. Infatti, sarebbe impossibile da un punto di vista strategico cacciare dalla NATO la Turchia poiché secondo membro più potente dal punto di vista militare ma soprattutto fondamentale dal punto di vista geostrategico con la base NATO di Incirlyck. Anche Viktor Orban ha preso delle posizioni nette all'interno della NATO, non da mina vagante come Erdogan, ma sicuramente insidiose in sede NATO. Infatti l'ultima vittoria di Orban è stata quella di preservare il patriarca di Mosca Kirill dalle sanzioni occidentali. Quando l'Unione Europea stava cercando di mettere in piedi un embargo sul petrolio russo, all'Ungheria sono state offerte forniture sostitutive che avrebbero garantito la sicurezza energetica a Budapest e mostrato a Mosca un fronte unito sulla guerra in Ucraina. Ma il primo ministro Viktor Orban ha deciso che per il suo Paese era più conveniente ottenere greggio più economico attraverso l'oleodotto russo dell'Ungheria, sfruttando il suo potere di veto.

L'obiettivo dei Paesi membri dell'UE sarebbe stato quello di mettere in piedi un fronte unito contro Mosca e allontanare Orban dalla Russia tanto da essere disposti a pagare il costo della transizione dell'Ungheria dal petrolio russo. La linea di Viktor Orban ha prevalso ed alla fine è riuscito a far rimuovere dalle sanzioni il patriarca Kirill. La strategia di opposizione e di preservazione della sicurezza nazionale messa in atto da Ungheria e Turchia sta facendo nascere sempre di più varie correnti all'interno della NATO, dannose per quest'ultima e che potrebbero essere prese come esempio, nel lungo periodo, da altri membri alleati degli USA decisi a non rinunciare ai loro rapporti diplomatici e commerciali con Mosca.