LA GUERRA IN UCRAINA COME LABORATORIO PER TAIWAN

A Cura di Luigi Olita.
La guerra che si sta combattendo tra Russia ed Ucraina sta coinvolgendo sempre di più gli
attori esterni alleati di Kiev. Parliamo della maggior parte dei paesi della NATO, con Gran
Bretagna, Francia, Italia e USA in prima linea contro Mosca.
L'invio di armi a Kiev è incessante, e proprio in questi giorni è venuta fuori la notizia che
addestratori militari appartenenti alla SAS britannica, cioè lo special air service, le forze speciali
di sua maestà, si trovano in territorio ucraino per supportare l'esercito di Kiev.
Come prevedibile, Londra fa sentire il suo peso in Ucraina, rendendo Kiev sua protetta contro
l'eterno nemico russo. Da parte russa, invece, gli Stati, che hanno supportato alle Nazioni Unite
Mosca quando si è votato per la cacciata della Russia dalla commissione per i diritti umani,
hanno mostrato in quella circostanza il loro peso in sede istituzionale a favore di Mosca.
Ovviamente, inutile dire che il primo alleato di Mosca in questa diatriba, nella guerra di Putin
contro tutti, è proprio la Cina.
Pechino ha affermato ancora una volta il rafforzamento della cooperazione militare ed
economica con Mosca, senza però rompere i rapporti con Kiev. Il rapporto tra Pechino e Kiev
nel settore economico e commerciale è fondamentale, poiché l'Ucraina figura come il terzo
partner commerciale della Cina e dal 2017 è entrata a fare parte della Belt and Road Iniziative.
La politica strategica di Pechino, che punta ad erigere un muro contro la NATO, ma allo stesso
tempo preservare le sue attività di cooperazione con gli Stati coinvolti o meno nel conflitto,
hanno anche un secondo obiettivo. Chiamasi Taiwan, e di cui la Cina è la spada di Damocle
pronta a calare giù da un momento all'altro.
La politica intimidatoria cinese verso Taipei si è fatta sempre più stringente negli ultimi anni, ma
in questi mesi, anche per le rassicurazioni di Joe Biden verso la piccola Repubblica di Cina, la
pazienza del PCC ha quasi raggiunto il culmine.
Ovviamente la guerra in Ucraina ha permesso ai vertici cinesi di colpire gli USA con una
comunicazione più pesante del solito, soprattutto con l'obiettivo di fare sentire il proprio peso in
quello che potrebbe succedere nello stretto di Taiwan contro le possibili ingerenze americane.
Importante l'ultima visita di una delegazione del Congresso americano risalente alla settimana
scorsa, che ha visto i senatori USA incontrare le autorità taiwanesi.
Ciò ha destato irritazione nello stato maggiore del partito comunista cinese, contribuendo a far
alzare i toni.
La strategia di Pechino, che si presenta nello stare ad osservare le mosse sia dell'alleato russo
che dell'avversario americano, vede l'Ucraina come un laboratorio per organizzare le sue future
mosse per la possibile presa di Taiwan.
Non è un mistero che Pechino abbia nella sua agenda di politica militare ed estera quella di
annettere definitivamente la piccola Repubblica di Cina; e proprio le azioni belliche in Ucraina
ed il comportamento della NATO e di Washington in questo contesto sono utili a Pechino per
capire come potrebbe muoversi Washington se l'annessione di Taiwan dovesse mai iniziare.
Ovviamente sia l'Ucraina che Taiwan sono lunghi strategici dove Washington può avere il
controllo delle azioni dei suoi due più acerrimi avversari, anche se l'utilizzo della filosofia dei 36
stratagemmi cinesi da parte di Pechino continua a dimostrare la fluidità e la fermezza cinese
alla NATO, impegnata al logoramento di Mosca nel granaio d'Europa.