IL PROTAGONISMO DI LONDRA NELLA CRISI UCRAINA

IL PROTAGONISMO DI LONDRA NELLA CRISI UCRAINA

A cura di Luigi Olita

La situazione tra Russia ed Ucraina continua a peggiorare, con l'aumento delle truppe russe a confine con l'Ucraina ed una UE e NATO sempre più preoccupate per un imminente attacco da parte di Mosca. Un attacco che secondo le agenzie di intelligence occidentali, in primis americana e britannica, potrebbe avvenire in qualsiasi momento e che secondo alcune ipotesi si potrebbe concretizzare nella settimana delle Olimpiadi invernali di Pechino. Anche il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha affermato che i giorni che verranno saranno difficili per l'Ucraina, ordinando al personale diplomatico di Londra di lasciare il Paese. Allo stesso tempo, numerosi Paesi, compresi gli USA, dopo un giro di telefonate da parte della Casa Bianca, hanno ordinato al rispettivo personale diplomatico di lasciare Kiev. Nonostante il forte allarmismo, e con una Unione Europea frammentata, le varie diplomazie europee si sono attivate in questi giorni per cercare di ammorbidire la situazione. 

La visita di Macron a Mosca e le mosse della diplomazia tedesca, hanno cercato di spegnere le fiamme generate in queste ultime settimane. La mossa di Macron è stata portata avanti sia per evitare un disastro alle porte dell'Europa, sia per affermare il primato della Francia all'interno dello scacchiere diplomatico europeo. Ovviamente, tra tutte le diplomazie, una più di tutte si sta affermando la vera protagonista del mondo occidentale nella partita ucraina. Parliamo di Londra, la quale pur non essendo più un membro dell'UE, ha il suo forte peso all'interno del mondo occidentale e dell'Alleanza Atlantica. Importante la presa di posizione di Londra a favore dell'Ucraina e rivelatasi come un vero e proprio muro nei confronti di Mosca. Ciò dimostrato sia dopo l'incontro tra la ministra degli affari esteri britannica Liz Truss con il suo omologo russo Lavrov, conclusasi in modo deludente tra le due parti, con Lavrov che ha definito senza precedenti il suo incontro con il ministro degli Esteri britannico. L'incontro tra i due capi delle diplomazie ha visto il ministro Truss decisa a non ascoltare le richieste di Mosca, dunque ponendosi come il falco per eccellenza dell'amministrazione di Boris Johnson. 

Diverso l'incontro tra Sergej Shoigu e Ben Wallace, dove quest'ultimo, ministro della Difesa britannico, ha affermato che la Gran Bretagna fornisce all'Ucraina armi in numero limitato a scopo difensivo e non offensivo. Shoigu ha replicato affermando che le relazioni tra Mosca e Londra in campo di cooperazione non hanno mai raggiunto un punto così basso e stanno "andando sottozero, ed è ciò che vorremmo evitare". Shoigu ha anche affermato che è importante "discutere le questioni più urgenti senza alimentare le tensioni già esistenti tra Russia e Nato, e tra Russia e Gran Bretagna, in particolare, facendo affidamento sulla storia della nostra partnership e cooperazione militare". Oltre a questi incontri diplomatici abbastanza infuocati, il ruolo di Londra nella crisi ucraina è stato fondamentale negli ultimi mesi con il costante invio di materiale bellico e di personale militare per l'addestramento non solo in Ucraina ma anche in Polonia. Londra, dunque, con la sua politica estera si pone, almeno negli ultimi giorni, come la vera protagonista dello scontro tra NATO e Russia, prendendo le redini della politica estera Euro-Atlantica. Apparendo in modo ancora più interventista rispetto all'amministrazione Biden e mostrando i muscoli, Londra porta avanti il progetto della Global Britain, facendo di esso il suo vero dogma. Uno scontro tra due vecchie potenze, che in questo momento le vede impegnate, dopo l'Afghanistan, nel Grande Gioco Ucraino.