ENI-GAZPROM: LA GUERRA ENERGETICA ARRIVA ANCHE IN ITALIA

ENI-GAZPROM: LA GUERRA ENERGETICA ARRIVA ANCHE IN ITALIA

A cura di Luigi Olita 

Non solo Polonia, Finlandia e Bulgaria. Anche l'Italia sta iniziando a subire la guerra energetica avviata dal Cremlino a tutti coloro che si sono uniti alle sanzioni contro la Russia supportando la causa ucraina. Infatti, Mosca, dopo aver minacciato di tagliare le forniture di gas all'Italia, ha messo in atto proprio nelle ultime ore il taglio di forniture. Proprio Gazprom, colosso energetico della Federazione Russa, a fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni, ha subito comunicato che fornirà all'Italia soltanto il 50% della richiesta. La decisione presa dalla Gazprom arriva all'indomani della visita del Presidente del Consiglio Mario Draghi a Kiev, insieme al cancelliere di Germania Olaf Scholz ed al Presidente francese Macron. Una visita che ha sicuramente irritato, per l'ennesima volta il governo Russo, poiché mette ancora di più in risalto la posizione filo ucraina dell'Italia con cui Mosca ha, non si sa per quanto, dei solidi accordi energetici. Ovviamente la progressiva riduzione del flusso, nei mesi a venire, sarà sicuramente sentita ed accusata, poiché anche se non incide ancora sul fabbisogno dei Paesi soggetti al taglio delle forniture, sta fortemente penalizzando le bollette, facendo volare il prezzo del gas. 

A fare da scudo al taglio da parte di Gazprom ci hanno pensato l'Algeria ed il gasdotto Tap, riuscendo a coprire quasi del tutto la domanda nazionale di gas, e subito sono arrivate le rassicurazioni del ministro per la transizione ecologica Cingolani, il quale ha sostenuto che il taglio del gas ha comportato un danno limitato alla nazione, con la situazione costantemente monitorata da governo, pronto ad intervenire in caso di problemi. In questi giorni, il prezzo del gas in Europa, arrivato nelle ultime ore ad un picco di 149 euro per MWh, è salito del 7,3% a 133,50 euro per MWh. Anche Slovacchia, Francia e Germania stanno subendo la stessa sorte dell'Italia, con preoccupazioni a Berlino di una possibile chiusura del gasdotto Nord Stream 2, cavallo di battaglia dell'ex cancelliera Angela Merkel. Dunque il braccio di ferro del gas ha messo in luce tutta la sua natura geopolitica, essendo prevedibile, tenendo con il fiato sul collo i Paesi dipendenti dalla Russia, ma coinvolgendo nella partita energetica anche Washington, desiderosa di fare affari con l'Europa dopo le prese di posizioni di Mosca, la quale si sta spostando sempre di più ad Oriente.