BANDIERE TEDESCHE NEL PACIFICO

BANDIERE TEDESCHE NEL PACIFICO

A cura di Luigi Olita

L'invio da parte di Berlino di una nave da guerra nelle acque territoriali cinesi è una delle ultime azioni prima della fine dell'era di Angela Merkel. La presenza di una fregata tedesca, dopo che sia Bruxelles che Berlino avevano intavolato dei dialoghi distensivi con Pechino, non fa altro che minare le fondamenta degli interessi tedeschi. Infatti, dopo che Washington aveva annunciato di rinunciare alla maggior parte delle sanzioni contro il North stream 2, opera diplomatica di Merkel e Putin ed inizialmente osteggiata in modo determinante dall'amministrazione Trump, Berlino ha preferito attenersi alle direttive di Joe Biden ed ha mandato rinforzi nel Mar Cinese Meridionale.

La nave in questione è la fregata Bayern, partita da Wilhelmshaven e diretta verso il Mar Cinese Meridionale da sempre tenuto d'occhio da Washington. Una strategia da parte americana che punta ad allontanare uno dei maggiori partner nello scacchiere Europeo dal Dragone cinese. Infatti, Germania e Cina, hanno da qualche tempo rafforzato i loro rapporti commerciali, coinvolgendo anche la stessa Bruxelles, e dunque irritando Washington. Rapporti commerciali ed economici che hanno consentito di incrementare gli accordi sin dal dicembre del 2020, siglando un accordo globale sugli investimenti. Ovviamente le pretese di Washington dopo l'avvicinamento delle due diplomazie si sono fatte sempre più insistenti, proprio per una prima sconfitta sul North stream 2, uscito illeso senza sanzioni da parte americana e dunque concedendo una vittoria commerciale anche a Mosca.

Con il Dragone il discorso è diverso, poiché la diplomazia sanitaria inaugurata con l'inizio della pandemia, e una presenza sempre più determinante in Europa, hanno fatto drizzare le orecchie alla Casa Bianca. La via della Seta si appresta a continuare e a rafforzarsi dopo il frettoloso ritiro dall'Afghanistan, inglobando dunque anche la Tomba degli Imperi all'interno delle spire del Dragone. L'Europa, di cui Berlino è il motore politico ed economico trainante, non potrebbe permettersi di cadere oltre la muraglia, nonostante le concessioni americane sulla questione russa. Proprio per questo la diplomazia di Berlino dovrà fare i conti con la marina cinese, quando appunto la fregata arriverà al largo delle Isole Spratly, avamposto militare cinese. Una mossa cara a Washington, poiché farà scaturire provocazioni che serviranno per fare infiammare gli animi delle due diplomazie, cinese e tedesca, ma allo stesso tempo causando a Berlino una forte perdita dal punto di vista della sua influenza geoeconomica. Ciò minerebbe la potenza economica di Berlino, ormai non più una potenza militare dal post Seconda Guerra mondiale, ed introdurrebbe comunque quest'ultimo fattore all'interno di questo contesto. 

La diplomazia dell'era Merkel, in ogni caso, ha dimostrato da sempre che nonostante l'Alleanza Atlantica, ci si possa muovere attraverso vari canali per portare avanti la Realpolitik tanto cara al cancelliere di ferro Bismarck. Un cambio di passo in questo frangente farebbe maturare l'idea che il successore della Cancelliera Merkel non solo sarà un forte oppositore della Cina, ma potrebbe influenzare la diplomazia europea verso una linea ancora più atlantista e anti pechinese. In questo contesto sarebbe opportuno guardare anche alle future elezioni in Francia, dove un Macron leggermente indebolito, in caso di rielezione, continuerebbe comunque su una linea distensiva, ma non troppo, dunque da cane sciolto della diplomazia, verso Pechino. Uno dei lasciti della Cancelliera, per il momento, sarà quello di conservare il North stream 2, protetto dalle polemiche e dalle sanzioni di Washington.